Milano, la famiglia del vigile ucciso: “Quei 30mila euro di risarcimento un’offesa al ricordo di Nicolò”

I fratelli di Savarino, morto in servizio nel 2012, rifiutano l’offerta della compagnia assicurativa del Comune di Milano

Ritengono l’offerta “offensiva alla memoria di Nicolò”. Per questo i fratelli dell’agente di polizia locale Savarino – assassinato il 12 gennaio 2012 mentre faceva il suo lavoro – hanno rifiutato “la somma di 30mila euro, comprensiva delle spese legali”, proposta loro come risarcimento da Qbe Insurance, compagnia assicurativa che agisce per conto del Comune di Milano, di cui Savarino era dipendente.

Rocco, Santo e Carmelo Savarino, i fratelli di Nicolò, si sono rivolti all’avvocato Carmen Di Salvo. Venerdì, il legale ha scritto una lettera al Comune e alla stessa Qbe Italia per comunicare che gli eredi dell’agente – investito durante un controllo da un suv, guidato dal rom Remi Nikolic, allora 17enne – non avrebbero accettato i 30mila euro. “L’offerta è offensiva”, scrive l’avvocato. A indignare i familiari del vigile è anche il fatto che la compagnia assicurativa avrebbe comunicato di volere “risarcire con spirito benefico”, e non perché tenuta a farlo, presentando il proprio gesto come pura liberalità.

L’avvocato chiede a Palazzo Marino e alla compagnia di assicurazioni di “fare pervenire copia delle polizze assicurative tra il Comune di Milano e Qbe relative agli anni 2011-2013”, per verificare quali fossero i dettagli del contratto e gli eventuali importi da liquidare. Nel ricostruire le circostanze che portarono alla morte dell’agente, l’avvocato scrive: “La responsabilità è da imputarsi al Comune di Milano che non forniva radio, né cellulari di servizio adeguati”, e per questo “il signor Savarino non potè chiedere rinforzi nè preallarmare la Centrale”.

L’offerta dei 30mila euro, formulata oltre cinque anni dopo la morte dell’agente, segue un pasticcio fatto da Inail, l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. L’ente ha per qualche tempo corrisposto un assegno mensile ai genitori di Savarino. Ma alla morte dei due anziani – la madre è deceduta nel 2014, il padre l’anno seguente – l’avvocatura regionale dell’Inail ha preteso dai tre fratelli dell’agente la restituzione dell’importo, per 37.615 euro (la somma erogata) più gli interessi maturati.

Un sollecito del 7 marzo scorso, indirizzato ai fratelli Savarino, faceva riferimento al fatto che i defunti genitori del vigile prima di morire avrebbero firmato una liberatoria dichiarando di “non avere diritto a prestazioni da parte di enti gestori delle assicurazioni sociali”. Ma i fratelli di Nicolò non ne vogliono sapere di restituire i soldi, e anche su questo fronte hanno aperto un contenzioso.

Carmelo Savarino, 43enne dipendente di Rfi-Ferrovie dello Stato, commenta: “La nostra è una battaglia di principio. Nostro fratello è morto facendo il suo lavoro e questo deve essere riconosciuto. Parte dell’importo che ci sarà riconosciuto la vorremmo spendere in attività benefiche. Dopo la morte di Nicolò abbiamo dovuto subire troppe umiliazioni. I nostri genitori si sono lasciati andare, sono morti. Noi vogliamo lottare”.

Un’altra doccia fredda per i fratelli dell’agente fu la sentenza di secondo grado per Nikolic. Condannato in primo grado a 15 anni per omicidio volontario, la sezione minorenni della Corte d’Appello nel maggio 2014 ha ridotto la pena a 9 anni e 8 mesi, sostenendo che “la priorità del processo penale minorile è il recupero sociale del minore deviante”. Una scelta che i Savarino giudicarono “dolorosa”.

A seguire la famiglia è anche Adpl, associazione diritti e protezione dei lavoratori, nata in seno alla polizia locale. “I fratelli Savarino hanno affrontato anni di peripezie e lungaggini burocratiche”, dice Giovanni Aurea, presidente dell’associazione e delegato Rsu del Comune. “Con la collaborazione del sindaco e dell’assessora Carmela

Rozza, non in carica nel 2012, siamo venuti in possesso della polizza assicurativa, rimasta nascosta per anni. La situazione è poco chiara. Come lo è anche la posizione dell’Ufficio infortuni della polizia locale, che il mese scorso in prefettura ha dichiarato di essere a conoscenza solo della copertura Inail e nessun’altra copertura”. Al momento, ad avere risarcito i Savarino è stata la compagnia con cui era assicurata l’auto che ha travolto l’agente.